Disabilità visiva: cecità
Un insieme eterogeneo di riduzioni gravi della funzione visiva non possono essere eliminate per mezzo di lenti correttive, di interventi chirurgici o di terapie.
I deficit visivi vanno quindi dalla cecità alla presenza di diversi gradi di capacità visiva che può dipendere dall’interazione di più fattori:
1 – Acutezza visiva residua (visus misurato in decimi)
2 – Percezione del Contrasto cromatico
3 – Caratteristiche del Campo visivo residuo (porzione di spazio sul piano orizzontale e verticale che l’occhio può abbracciare).
La cecità è una condizione fisica e sensoriale caratterizzata dall’assenza della capacità visiva intesa come funzione cerebrale attiva. Può essere congenita o acquisita.
Quando si parla di cecità ci si immagina un buio completo. In realtà, meno del 15% delle persone definite “legalmente cieche” non hanno alcun residuo visivo.
Si definiscono ciechi totali:
a) coloro che sono colpiti da totale mancanza della vista in entrambi gli occhi;
b) coloro che hanno la mera percezione dell’ombra e della luce o del moto della mano in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore;
c) coloro il cui residuo perimetrico binoculare è inferiore al 3 per cento.
Si definiscono ciechi parziali:
a) coloro che hanno un residuo visivo non superiore a 1/20 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore, anche con eventuale correzione;
b) coloro il cui residuo perimetrico binoculare è inferiore al 10 per cento.
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