Ultima modifica: 24 Marzo 2016

Disgrafia

La disgrafia è un disturbo non verbale, che coinvolge tipicamente la scrittura di parole e di numeri e l’utilizzo del segno grafico, in misura lieve, media o severa. Il bambino con disgrafia può risultare anche impacciato ed in difficoltà con alcuni compiti di motricità fine.

Il bambino disgrafico scrive in modo irregolare, la mano scrivente avanza con fatica sul banco e spesso l’impugnatura della penna è scorretta. Generalmente anche la posizione del corpo appare inadeguata: il gomito non è appoggiato sul banco, il busto viene inclinato in modo eccessivo.
La mano non scrivente non risulta coinvolta nell’atto scrittorio, mentre essa dovrebbe aiutare a tenere fermo il quaderno.
Solitamente è ridotta la capacità di utilizzare lo spazio grafico disponibile: il bambino scrive invadendo i margini del foglio, gli spazi bianchi tra parole e tra lettere sono irregolari e inarmonici, viene tralasciata la linea di scrittura, scrivendo o in discesa o in salita rispetto al rigo. La pressione grafica della mano scrivente sul foglio non è regolata in modo adeguato: a volte troppo debole, a volte troppo forte.
Eseguendo i singoli grafemi, si nota un’inversione nella direzione del gesto grafico.
Esistono grandi difficoltà a riprodurre graficamente figure geometriche, che vengono lasciate aperte, o non eseguite usando linee rette bensì arrotondate.
Le parole e/o le frasi sono copiate in modo non corretto, per gli errori legati alla difficoltà del bambino di seguire il proprio gesto grafico con lo sguardo.
Esiste anche una mancanza di rispetto della dimensione delle lettere, riprodotte troppo grandi o troppo piccole, e spesso alternate tra loro.
I legamenti tra lettere sono incerti e inadeguati per la scarsa coordinazione occhio-mano. I movimenti della mano sono “a scatti”, privi di armonia, e presentano spesso delle interruzioni.
Collegata alla disgrafia si trova frequentemente un’inadeguata percezione del proprio schema corporeo e un senso dello scorrere del tempo non consono.

Il bambino disgrafico può, inoltre, risultare poco organizzato nella gestione del materiale e del lavoro autonomo, anche intorno ai 10 o 11 anni, cioè alla fine della scuola elementare. Anche in assenza di altri disturbi, il bambino con disgrafia può avere difficoltà nella scrittura di numeri e nell’utilizzo dell’incolonnamento di cifre, se non è coadiuvato (soprattutto i primi tre anni) dall’insegnante.
E’ importante sottolineare che: scrivere e incolonnare male i numeri comporta per questo bambino difficoltà nel ricostruire i calcoli correttamente. Quando poi deve disegnare figure o grafici, questo bambino può trovarsi molto in difficoltà: egli non solo fa molta fatica (anche con il righello), ma si rende anche conto che il risultato del suo lavoro è esteticamente scadente.

Già alla scuola materna è possibile l’individuazione di situazioni problematiche, che si manifestano in un’attività grafica poco strutturata, povera di particolari, in produzioni stereotipate poco fantasiose, in difficoltà a disegnare liberamente utilizzando lo spazio bidimensionale.

La disgrafia può essere associata ad un altro disturbo oppure a tutti gli altri, che ne vengono ovviamente aggravati.

 

Postura e scrittura in età evolutiva  di Evi Crotti